Fonte: Awes 2002 Confrontiamo ora il 2000, il 2001 ed il primo semestre del 2002. Notiamo
( Tab.n. 2) che nel corso dei primi sei mesi dell’anno gli ordini
nuovi di navi da trasporto merci assommano a 8.2 milioni di tslc,
contro i 12.4 milioni di tslc registrati nello stesso periodo
del 2001, con un calo del 34%. Tav.n. 2 Ordini di navi da trasporto
nel loro complesso nel 2000, 2001, primi 6 mesi del 2002
Fonte: Awes
2002 Nel dettaglio, andando ad esaminare
i due settori del trasporto standard e del trasporto high tech
constatiamo che nell’anno in corso si stanno verificando forti
cali di ordini soprattutto dopo il boom del 2000 che aveva raggiunto
rispetto al 1999 un + 39%. Sottolineiamo che nella seconda parte
del 2002 potrebbe verificarsi un aumento degli ordini per i bassi
prezzi dei cantieri anche se per tutti i tipi di navi si sta verificando
una abbondanza di offerta rispetto al traffico mondiale
marittimo di merci. I dati indicano (Tab.n.3 a e b) che
per il trasporto standard (navi tankers, general cargo,
containers, product, bulk carrier) la domanda è stata pari a 5.7
milioni di tslc, in calo del 37% rispetto al primo semestre del
2001; un calo sensibile in tutte le tipologie, con l’eccezione
delle bulk carriers (+ 20%). Per il trasporto high-tech
(navi ro-ro, ferries, LPG, LNG, chemicals, altre) gli ordini si
sono attestati sui 2.8 milioni di tslc, con un calo del 26% rispetto
al primo semestre del 2001. Nella Tab.n.4 vediamo come sono ripartiti
fra le aree mondiali gli ordini delle navi standard e high tech. Tab. n. 3a Ordini navi
standard gennaio-giugno nei tre anni (Fonte. Awes 2002) Tav. n. 3b Ordini navi high tech gennaio-giugno nei tre anni nel mondo (Fonte: Awes 2002) Tab. n. 4 Distribuzione
percentuale degli ordini fra le diverse aree di produzione a livello
mondiale. (Fonte: Awes 2002) Dalla tab.n. 4 si può notare che
la percentuale di ordini delle navi high tech nei paesi EU con
la Norvegia va diminuendo (dal 29% al 17%) a favore della Cina,
il sud Corea ed il Giappone. Dal settore di produzione di navi
standard, i paesi europei sono quasi scomparsi nei primi sei mesi
del 2002 rispetto allo stesso periodo del 2000 e del 2001. Anche se nella seconda parte del
2002, gli ordini potrebbero risalire, due osservazioni sono incontrovertibili:
1)
gli
ordini di navi nuove stanno discendendo 2)
i
cantieri europei sono, non solo emarginati nelle produzioni standard,
ma stanno perdendo anche la produzione high tech dove è in pericolo
anche il top del settore, cioè le navi da crociera. Osserviamo brevemente questo ultimo
settore accennando anche all’andamento del settore dei ferries.
La domanda dei ferries è ancora in calo (- 23% rispetto ai primi
sei mesi del 2001). Al 30.6.2002 erano in lavorazione 23 “large
ferries” (oltre i 150 metri), per circa 587.000 tslc e per un
valore di 1.58 miliardi di dollari. La cantieristica italiana
ha una quota del 28% nel settore dei ferries. Al
30 luglio 2002 il carico di lavoro per navi da crociera oltre
le 20.000 tsl è di 32 navi per 3.7 milioni di tslc e per un valore
di 12.8 miliardi di dollari (Tab.n. 5). La cantieristica italiana
con la Fincantieri e la Mariotti detiene il 43, 9% degli ordini
mondiali. Per ora questo è il settore che promette più ordini
ai cantieri italiani. Tab.n. 5 Ordini di navi da crociera ai cantieri mondiali
al 2002
Fonte Assonave Sett. 2002 Riassumendo
nei primi sei mesi del 2002 che tuttavia riflettono un andamento generale,
vediamo che: la
cantieristica dei paesi del Far East ha acquisito l’84% degli
ordini di trasporto standard e il 70% degli ordini nel trasporto
high tech. Le
cantieristiche coreana e giapponese hanno incrementato la loro
presenza in ambedue i settori. La
cantieristica cinese ha acquisito il 12% della domanda high tech. Il
47% della domanda di nuove costruzioni è di provenienza europea,
per più della metà (55%) diretta ai cantieri coreani e solo per
il 13% riservata ai cantieri europei. In definitiva, gli ordini
dell’armamento europeo rappresentano oltre i tre quarti degli
ordini acquisiti dall’industria coreana. La
cantieristica europea è praticamente marginalizzata nel settore
standard e ha registrato un consistente ridimensionamento nell’high
tech (- 12 punti percentuali) dove hanno grossa parte i ferries
e le navi da crociera. Questo
prelude ad un futuro sempre più duro per i cantieri europei ed
italiani. 1.3
La
cantieristica italiana Notiamo che nei nuovi ordini non c’è nessuna nave
standard come le fullcontainer, le bulk per prodotti secchi e
le tanker. Tab.
n. 6 Ordini alla cantieristica italiana in portafoglio. Portafoglio
ordini al 30.6.2002
Fonte:
Assonave 2002 Le navi in lavorazione presso i cantieri italiani sono
indicati nella tab.n.7. Per il cantiere Fratelli Orlando, che ha incontrato
recentemente alcune difficoltà nella consegna di una posacavi
dalla Telecom in ordine al rispetto dei termini contrattuali,
viene indicato un generico ‘altro’ che corrisponde ad un Bacino
Galleggiante ordinato dall’Authorità portuale. Di nuovo osserviamo
che le navi costruite in Italia sono solo gasiere, product, ro/ro,
ferry e navi da crociera e alcune costruzioni varie. Tab. n.7 Tab. n. 7 Navi in lavorazione al
30.6.2002 nei cantieri italiani
Fonte : Assonave 2002 Nel
primo semestre 2002 sono state completate 10 navi per 328.325
tslc e per un valore di 940 milioni di Euro, di cui 782 milioni
di euro per l’estero. Il portafoglio ordini è abbastanza coperto
solo fino al prossimo anno v. tab. n.. Il valore del portafoglio
con 48 navi, di cui 46 da consegnare entro il 2004, è di 5.873
milioni di Euro, di cui 3.803 per l’estero. .Tab. n. 8 Previsioni di consegna fino al 2004 ed oltre
*comprese 10 già consegnate Fonte
: Assonave 2002. 1.4 I cantieri toscani per la
costruzione di navi commerciali I cantieri per la costruzione di navi commerciali
toscani sono: il
cantiere Fratelli Orlando - CNFO-Livorno- che si trova in amministrazione
controllata è stato fondato, nell’attuale forma societaria cooperativa,
nel 1995, avendo rilevato la proprietà del cantiere che operava
da quasi un secolo. Il cantiere ha maestranze ricche di know how
e di esperienza maturata anche sotto la proprieta’ Fincantieri.
La
violenta concorrenza mondiale ha posto il cantiere nella necessita’
di presentarsi anche sul segmento piu’ alto del
mercato: il cantiere ha ricevuto ordini su questo segmento proprio
per la credibilita’ che ha
sempre riscosso. Avrebbe
potuto avere successo se alcune difficolta’ finanziarie non avessero
rallentato i tempi di lavorazione
delle navi ordinate, del resto l’Orlando, precedentemente,
aveva sempre rispettato gli impegni assunti. Fino
a tempi recenti l’Orlando ed il suo indotto occupavano oltre 1000
addetti. Come nei cantieri navali di tutto il mondo il controllo,
soprattutto per la sicurezza, dei lavoratori dell’indotto è molto
difficile. L’80 % del lavoro da svolgere è affidato ai terzisti,
gli operatori interni dei servizi hanno spesso il compito di sovrintendere
e controllare che le ditte esterne realizzino il lavoro nei tempi
e nei modi definiti. Quando il lavoro si svolge nel cantiere,
tuttavia, è almeno possibile controllare la presenza o meno di
lavoratori in nero. Ci sono stati tre infortuni mortali negli
ultimi anni, ma essi possono essere attribuiti ad accidentalita’
vere e proprie e non a mancanza di conoscenza delle regole della
sicurezza. Tuttavia il clima di incertezza nel cantiere dovuto
alle difficolta’ finanziarie puo’ avere indotto nei singoli un
rallentamento dell’attenzione necessaria. Il
cantiere N.C. Apuania è in
mani pubbliche. Il
cantiere SEC è recentemente fallito. Tutte
le navi costruite da questi cantieri sono state costruite in acciaio.
L’Orlando ne costruiva circa una e mezzo all’anno.
La prima osservazione è che durante il primo semestre del 2002 si è verificato
nel mondo ed in Italia, il calo di ordini previsto. Il gran numero
di navi prodotte negli anni precedenti configurava, per la sua
entità, una previsione di sostanziale riduzione del fabbisogno
di nuove navi per gli anni a venire come si sta verificando.
Un ulteriore anticipazione della domanda potrebbe avvenire solo
per il perdurare dei bassi costi dei cantieri coreani e soprattutto
cinesi, che preluderebbe ad ancora un più forte calo di ordini
nel periodo seguente. Rispetto
all’Italia vediamo che l’emarginazione nel settore standard è
completo e si vanno erodendo anche gli ordini nel settore delle
chimichiere, gasiere, ferries e navi da crociera. Solo un aumento
deciso di produttività, un incremento della qualità e dell’innovazione
tecnologica e una diminuzione dei prezzi da parte dei cantieri
italiani può fronteggiare il calo degli ordini. In
Toscana ha una situazione di sostanziale equilibrio solo il cantiere
Apuania, mentre la grave situazione del cantiere Orlando potrebbe
determinare una scarsa attenzione alle norme della sicurezza non
dovuta piu’ a specifica, personale disattenzione, ma ad un vero
rallentamento delle regole della sicurezza. In
generale le prospettive negative pongono con ancora maggior forza
il problema della sicurezza e della prevenzione che potrebbero
essere trascurate in favore di un taglio dei tempi ed un abbassamento
dei costi. L’abbassamento
dei costi, come del resto avviene in tutto il mondo, si attua
soprattutto trasferendo a terzisti poco controllati, parte del
lavoro del cantiere. Ma un rilassamento sulle regole della sicurezza
e un aumento degli incidenti sono un chiaro indice di difficoltà
economiche del settore stesso. [1] L’organo ONU preposto alla sicurezza è l’IMO, le sue norme vengono recepite nelle legislazioni nazionali dei paesi che hanno partecipato alla loro stesura, ma di per se sono accettate solo per manifesta volontà dei singoli paesi e non nascono da una elaborazione nazionale bensì da una discussione internazionale. Queste norme valgono per porti, aeroporti, navi, cantieri e tutto il settore marittimo. La prossima riunione di dicembre dell’IMO a Londra sarà dedicata completamente ai problemi della sicurezza cui si aggiunge il recentissimo problema della prevenzione del terrorismo. Sarà rivista la Convenzione in materia entrata in vigore nel 1988. Nell’agosto di questo anno si è svolto a Singapore un seminario organizzato dall’IMO, ove si è discusso anche della volontà di far entrare in vigore entro luglio del 2004 le nuove regole sugli standard sulla sicurezza delle navi e dei porti. La certificazione ecologica è un atto volontario che permette di migliorare l’impatto del sito produttivo sul territorio al di là delle norme coercitive imposte dalla legislazione nazionale.
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