LE NUOVE TECNOLOGIE A TUTELA
DELLA VITA E DELL'OCCUPAZIONE

Progetto approvato
con D.D.R.T. 7772/2000
all'interno del
POR R.T. Ob.3 FSE




 

INTRODUZIONE
LA SICUREZZA NEL LAVORO  NEL TERRITORIO DELLA AZIENDA USL 6 DI LIVORNO

La complessa situazione economica e occupazione che il territorio della provincia di Livorno vive , ha dirette ripercussioni sul versante della sicurezza del lavoro, anche le interrelazioni tra i vari agenti determinanti gli infortuni sul lavoro necessitano di approfondimenti dettagliati,tempi di osservazione molto lunghi, confronti con altre situazioni territoriali.

Gli infortuni e le malattie da lavoro , come indicatori di danni già avvenuti, sono presi in considerazione per confrontare diverse realtà territoriali.

I dati disponibili ad oggi sull’andamento del fenomeno infortunistico nella provincia sono messi a disposizione da due fonti:

1) dall’INAIL come numeri assoluti e a distanza di due anni quali indici di frequenza (il numero assoluto fratto una stima della popolazione dei lavoratori assicurati)

2) dalla USL 6 che attraverso il proprio Dipartimento della Prevenzione monitorizza, in collegamento con la Provincia di Livorno, il numero degli infortuni sulla base delle prime diagnosi dei pronto soccorso dei quattro ospedali livornesi e dai certificati di denuncia di infortunio presentati da lavoratori e datori di lavoro.

Le analisi dei due Enti, nascendo da punti di osservazione diversi, permettono di verificare il fenomeno infortunistico sotto varie angolazioni.

Le principali differenze fra i due sistema di osservazione sono schematicamente le seguenti:

-L’INAIL elabora i dati secondo il comune di iscrizione della Ditta

-La USL li registra secondo il comune di accadimento dell’infortunio

-L’INAIL raccoglie anche gli infortuni “in itinere” e quelli avvenuti in corso di incidente stradale.

-La USL  analizza soltanto una parte degli infortuni “in itinere” e nessuno di quelli in corso di incidente stradale

-L’INAIL non ha informazioni sugli infortuni dei marittimi .

-La USL cataloga anche gli infortuni dei marittimi, naviganti e non.

-L’INAIL raccoglie le denuncie  degli infortuni delle casalinghe .

-La USL cataloga gli infortuni delle casalinghe sotto altre voci.

-L’INAIL conteggia le assenze totali dal lavoro.

-La USL raccoglie soltanto le prognosi iniziali.

-L’INAIL utilizza i dati prevalentemente per controlli amministrativi.

-La USL utilizza le informazioni sugli infortuni per intervenire tempestivamente sul luogo di lavoro ove si sono verificati i 200 più gravi infortuni.

Nonostante le differenze prima segnalate, i numeri totali degli infortuni segnalati ai due Enti non divergono sostanzialmente. Annualmente in sede del Comitato Interistituzionale di coordinamento previsto dall’ art. 27 del Decreto Legislativo 626 viene fatta una verifica dei dati e un confronto analitico.

Ogni anno si verificano nel nostro territorio circa 7.500 infortuni. In media 7 lavoratori negli ultimi anni hanno perso la vita a seguito di infortuni sul lavoro.

L’andamento negli ultimi anni è il seguente:

INFORTUNI SUL LAVORO (AGRICOLTURA-INDUSTRIA-SERVIZI)

ANNO 1997 1998 1999 2000 2001
DATO INAIL
7.138
7.356
7.477
7.610
7.512
DATO USL 6 6.857 7.350 7.043 7.530 7.373

Ne emerge un fenomeno sostanzialmente coincidente come ordine di grandezza e come andamento temporale: una tendenza ad un incremento annuo dell’ 1,5% (circa cento casi in più ogni anno) fino al 2001, anno in cui tale tendenza si è invertita.

Come detto in precedenza l’INAIL mette a disposizione anche gli indici di frequenza sulla base della stima della forza lavoro dichiarata nelle denunce annuali. Tale indice nel 2001 ha segnalato una incoraggiante diminuzione anche per l’incremento della forza lavoro (il 2% in più degli addetti nella intera provincia).

Dalla analisi dei dati della USL 6 emergono relativamente agli infortuni avvenuti nel corso dell’ anno 2001 le seguenti osservazioni.

Rispetto alla età, escludendo dal computo i ragazzi che hanno subito un infortunio durante la attività scolastica (pari a circa 400 casi), si fa presente che il 52% degli infortuni avviene tra le classi di età comprese tra 31 e 50 anni.Il 22% tra 22 e 30 anni.

La decade di età più colpita in tutte e quattro le zone è quella compresa tra 31 e 40 anni.

La prognosi iniziale è un indicatore della gravità dell’infortunio. Pur non coincidendo sempre con quella finale, rappresenta la quantificazione del probabile danno come emerge nella immediatezza del fatto in sede di Pronto Soccorso.

Il 24% degli infortuni ha una prognosi uguale o inferiore ai 3 giorni, classificandosi nella fascia degli infortuni lievi. Nel 2001 essi sono stati circa 1900, mentre nel 2000 erano stati 978, con un incremento marcato dovuto forse alla maggiore sensibilizzazione e attenzione verso il fenomeno degli infortuni sul lavoro.

Circa l’80% degli infortuni ha prognosi iniziale inferiore ai 10 giorni e il 3% invece sono quelli giudicabili gravi fin dall’inizio(sopra 30 giorni) in relazione alle conseguenze sui lavoratori.Nel 2001 sono stati 210, raddoppiando rispetto al 2000.

La distribuzione temporale vede nei mesi di marzo, giugno e luglio una frequenza maggiore di infortuni, data dalla concomitanza di un numero maggiore di giornate lavorative e dalla concentrazione di certi lavori stagionali. Spicca la zona dell’Elba che nei quattro mesi estivi registra circa il 50% degli infortuni totali.

La sede delle lesioni, vede quale parte del corpo più colpita le mani (28%) e le estremità in genere (braccia e piedi) con il 45%. Particolare menzione meritano gli occhi con l’8% (specie per schizzi, schegge) e il complesso della testa con il 7%.

La natura delle lesioni vede contusioni e lussazioni assieme raggiungere il 53% delle varie tipologie di lesioni. Seguono le fratture con il 6% (che sono responsabili per gran parte delle gravità delle prognosi) e le perdite anatomiche che rappresentano una percentuale minima (0,5%) ma che per la gravità costituiscono un elemento di forte preoccupazione.

La forma di accadimento più frequente è stata nel 2001 "Colpito" "Urtato da…" "Urto contro", "Si è colpito con " e le "Cadute". Incidenza particolare hanno avuto "Schiacciato da" " A contrasto “ " Travolto"  "Afferrato da"  per la conseguenze che spesso hanno comportato.

Tra gli agenti che hanno provocato gli infortuni, i materiali di qualunque tipo (30%), l’ambiente di lavoro (25%) e i mezzi di sollevamento(14%) sono stati le cause più rappresentate.

Analizzando invece i  settori economici in cui il fenomeno infortunistico è più frequente, si notano come i settore più rappresentati sono quelli della Pubblica amministrazione e dei lavori metalmeccanici.

Sulla scorta dei dati sulle frequenze relative pubblica da INAIL per il triennio 1997-1999 si nota invece come il rischio di andare incontro ad un infortunio sul lavoro sia  più marcato per i lavoratori delle costruzione, della metalmeccanica e infine per i disdenti della Pubblica Amministrazione.

I dati INAIL permettono anche utili paragoni dell’andamento nel territorio livornese con quello della Regione Toscane e dell’intera Italia.

Emerge infatti che, come indice di frequenza relativa, la provincia di Livorno è tra le più elevate della Regione che a sua volta è tra le più elevate d’Italia.

Analizzando poi la frequenza nel settore delle costruzioni, Livorno si situa tra le più “virtuose” delle province toscane, ma sempre al di sopra della media italiana.

Nel settore infine della Pubblica Amministrazione, Livorno sperimenta un rischio di infortunio tra i più elevati della Toscana e addirittura quasi il doppio della media italiana.

Un confronto nel settore Sanità, evidenzia invece un rischio di infortunio ogni 1000 addetti sovrapponibile a quello della Toscana, leggermente superiore a quello italiano.

FREQUENZA RELATIVA DEGLI INFORTUNI OGNI 1000 LAVORATORI
DATI INAIL MEDIA DEGLI ANNI 1997-1999

TUTTI I SETTORI LAVORATIVI

INABILITA’ TEMPORANEA

INABILITA’ PERMANENTE

MORTE

TOTALI

    LIVORNO 

51,15

2,56

0,07

53,72

TOSCANA

41,53

2,44

0,08

44,05

ITALIA

37,99

1,90

0.09

39,98

SETTORE COSTRUZIONI

INABILITA’ TEMPORANEA

INABILITA’ PERMANENTE

MORTE

TOTALI

     LIVORNO

65,64

4,44

0,13

70,21

 TOSCANA

69,49

5,65

0,17

75,31

ITALIA

63,30

5,29

0,25

68,84

SETTORE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA

INABILITA’ TEMPORANEA

INABILITA’ PERMANENTE

MORTE

TOTALI

    LIVORNO

44,16

1,76

0

45,92

TOSCANA

31,25

1,44

0,03

32,71

ITALIA

24,17

1,11

0,02

25,30

SETTORE SANITA’

INABILITA’ TEMPORANEA

INABILITA’ PERMANENTE

MORTE

TOTALI

    LIVORNO

22,76

0,68

0,05

23,49

TOSCANA

22,04

0,94

0

22,99

ITALIA

18,18

0,66

0,02

18,86

L’andamento invece degli infortuni con esito mortale è il seguente

ANNO 1997 1998 1999 2000 2001
DATO USL 3 6 6 7 7

Negli ultimi anni sono morti in media  6-7 lavoratori l’anno per gli esiti di incidenti sul lavoro ( con esclusione di quelli deceduti a seguito di incidenti stradali).

Il dato mostra una tendenza alla stabilità negli ultimi quattro anni.

Alcune osservazioni sugli ultimi infortuni sul lavoro apportano elementi di riflessione in tela di prevenzione degli infortuni stessi.

Infatti nel corso del 2001, dei sette infortuni mortali registrati, quattro si sono verificati durante le operazioni di scarico o carico di materiali;  due in edilizia per caduta da tetti, uno all’interno dell’Acciaieria.

Dei sette deceduti, due erano lavoratori extracomunitari ( Albania e Marocco).

L’andamento degli infortuni sul lavoro è il risultato di numerosi fattori che interagiscono nel loro determinarsi: dagli aspetti organizzativi della Azienda, all’impegno sulla formazione per evitare comportamento individuali scorretti, dal carico di lavoro complessivo della Azienda, al ricorso ad appalti esterni per i lavori più impegnativi e pericolosi, dalla condivisione dell’impegno per la sicurezza all’ addestramento per i nuovi assunti. Vanno ricordati inoltre la recente tipologia di contratti di lavoro atipici, il ricorso alla mano d’opera extracomunitaria e i ritmi di produzione sempre più elevati.

Un insieme di condizioni deve far tenere pressante l’impegno dei datori di lavoro, dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e degli organi di vigilanza per assicurare migliori condizioni di sicurezza nel lavoro.

Il territorio livornese sotto questo profilo resta particolarmente impegnativo e lo sforzo di Enti e Istituzioni deve continuare per far crescere il “peso” della prevenzione nella realtà produttiva provinciale.

Da parte del Dipartimento della Prevenzione della Azienda USL  le principali azioni messe in campo per continuare e rinnovare l’impegno nel settore sono:

1)incrementare la specializzazione degli operatori attraverso la costituzione di due Unità Funzionali apposite ( PISLL ambito portuale a Livorno e PISLL Grandi Aziende nella Val di Cornia).

2)maggiore disponibilità verso i lavoratori che richiedono informazioni (apertura di un telefono verde  -800 271.171- , campagna promozionale della sensibilizzazione sulla sicurezza)

3)Sviluppo di ogni forma di coordinamento fra gli Enti incaricati della Vigilanza (USL, Direzione generale del Lavoro, INPS, INAIL) per migliorare la distribuzione delle informazioni utili, per razionalizzare gli interventi di ciascun Ente, anche attraverso la costruzione di un archivio unico dei “cantieri pubblici”

4) Ulteriore sviluppo dei rapporti con la Provincia per la diffusione della cultura per la sicurezza nella Scuola

5) interventi anche per campagne nei settori a maggior rischio (edilizia, agricoltura, porti, grandi aziende, appalti): una continua presenza nel settore a rischio maggiore quale l’edilizia.

6)contatti ancora più diretti con le nuove figure della prevenzione (in special modo ii Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza)

7) sviluppare interventi più tempestivi nei luoghi di lavoro ove avvengono infortuni gravi o plurimi: nel 2001 sono state effettuate  216 inchieste per gli infortuni più gravi.

Danilo Zuccherelli
Responsabile del Dipartimento della Prevenzione
Azienda USL 6 Livorno