INTRODUZIONE
LA
SICUREZZA NEL LAVORO NEL
TERRITORIO DELLA AZIENDA USL 6 DI LIVORNO
La
complessa situazione economica e occupazione che il territorio
della provincia di Livorno vive , ha dirette ripercussioni sul
versante della sicurezza del lavoro, anche le interrelazioni tra
i vari agenti determinanti gli infortuni sul lavoro necessitano
di approfondimenti dettagliati,tempi di osservazione molto lunghi,
confronti con altre situazioni territoriali.
Gli
infortuni e le malattie da lavoro , come indicatori di danni già
avvenuti, sono presi in considerazione per confrontare diverse
realtà territoriali.
I
dati disponibili ad oggi sull’andamento del fenomeno infortunistico
nella provincia sono messi a disposizione da due fonti:
1)
dall’INAIL come numeri assoluti e a distanza di due anni quali
indici di frequenza (il numero assoluto fratto una stima della
popolazione dei lavoratori assicurati)
2)
dalla USL 6 che attraverso il proprio Dipartimento della Prevenzione
monitorizza, in collegamento con la Provincia di Livorno, il numero
degli infortuni sulla base delle prime diagnosi dei pronto soccorso
dei quattro ospedali livornesi e dai certificati di denuncia di
infortunio presentati da lavoratori e datori di lavoro.
Le
analisi dei due Enti, nascendo da punti di osservazione diversi,
permettono di verificare il fenomeno infortunistico sotto varie
angolazioni.
Le
principali differenze fra i due sistema di osservazione sono schematicamente
le seguenti:
-L’INAIL
elabora i dati secondo il comune di iscrizione della Ditta
-La
USL li registra secondo il comune di accadimento dell’infortunio
-L’INAIL
raccoglie anche gli infortuni “in itinere” e quelli avvenuti in
corso di incidente stradale.
-La
USL analizza soltanto
una parte degli infortuni “in itinere” e nessuno di quelli in
corso di incidente stradale
-L’INAIL
non ha informazioni sugli infortuni dei marittimi .
-La
USL cataloga anche gli infortuni dei marittimi, naviganti e non.
-L’INAIL
raccoglie le denuncie degli
infortuni delle casalinghe .
-La
USL cataloga gli infortuni delle casalinghe sotto altre voci.
-L’INAIL
conteggia le assenze totali dal lavoro.
-La
USL raccoglie soltanto le prognosi iniziali.
-L’INAIL
utilizza i dati prevalentemente per controlli amministrativi.
-La
USL utilizza le informazioni sugli infortuni per intervenire tempestivamente
sul luogo di lavoro ove si sono verificati i 200 più gravi infortuni.
Nonostante
le differenze prima segnalate, i numeri totali degli infortuni
segnalati ai due Enti non divergono sostanzialmente. Annualmente
in sede del Comitato Interistituzionale di coordinamento previsto
dall’ art. 27 del Decreto Legislativo 626 viene fatta una verifica
dei dati e un confronto analitico.
Ogni
anno si verificano nel nostro territorio circa 7.500 infortuni.
In media 7 lavoratori negli ultimi anni hanno perso la vita a
seguito di infortuni sul lavoro.
L’andamento
negli ultimi anni è il seguente:
INFORTUNI
SUL LAVORO (AGRICOLTURA-INDUSTRIA-SERVIZI)
ANNO |
1997 |
1998 |
1999 |
2000 |
2001 |
DATO
INAIL |
7.138
|
7.356 |
7.477
|
7.610
|
7.512
|
DATO
USL 6 |
6.857 |
7.350 |
7.043 |
7.530 |
7.373 |
Ne
emerge un fenomeno sostanzialmente coincidente come ordine di
grandezza e come andamento temporale: una tendenza ad un incremento
annuo dell’ 1,5% (circa cento casi in più ogni anno) fino al 2001,
anno in cui tale tendenza si è invertita.
Come
detto in precedenza l’INAIL mette a disposizione anche gli indici
di frequenza sulla base della stima della forza lavoro dichiarata
nelle denunce annuali. Tale indice nel 2001 ha segnalato una incoraggiante
diminuzione anche per l’incremento della forza lavoro (il 2% in
più degli addetti nella intera provincia).
Dalla
analisi dei dati della USL 6 emergono relativamente agli infortuni
avvenuti nel corso dell’ anno 2001 le seguenti osservazioni.
Rispetto
alla età, escludendo dal computo i ragazzi che hanno subito un
infortunio durante la attività scolastica (pari a circa 400 casi),
si fa presente che il 52% degli infortuni avviene tra le classi
di età comprese tra 31 e 50 anni.Il 22% tra 22 e 30 anni.
La
decade di età più colpita in tutte e quattro le zone è quella
compresa tra 31 e 40 anni.
La
prognosi iniziale è un indicatore della gravità dell’infortunio.
Pur non coincidendo sempre con quella finale, rappresenta la quantificazione
del probabile danno come emerge nella immediatezza del fatto in
sede di Pronto Soccorso.
Il
24% degli infortuni ha una prognosi uguale o inferiore ai 3 giorni,
classificandosi nella fascia degli infortuni lievi. Nel 2001 essi
sono stati circa 1900, mentre nel 2000 erano stati 978, con un
incremento marcato dovuto forse alla maggiore sensibilizzazione
e attenzione verso il fenomeno degli infortuni sul lavoro.
Circa
l’80% degli infortuni ha prognosi iniziale inferiore ai 10 giorni
e il 3% invece sono quelli giudicabili gravi fin dall’inizio(sopra
30 giorni) in relazione alle conseguenze sui lavoratori.Nel 2001
sono stati 210, raddoppiando rispetto al 2000.
La
distribuzione temporale vede nei mesi di marzo, giugno e luglio
una frequenza maggiore di infortuni, data dalla concomitanza di
un numero maggiore di giornate lavorative e dalla concentrazione
di certi lavori stagionali. Spicca la zona dell’Elba che nei quattro
mesi estivi registra circa il 50% degli infortuni totali.
La
sede delle lesioni, vede quale parte del corpo più colpita le
mani (28%) e le estremità in genere (braccia e piedi) con il 45%.
Particolare menzione meritano gli occhi con l’8% (specie per schizzi,
schegge) e il complesso della testa con il 7%.
La
natura delle lesioni vede contusioni e lussazioni assieme raggiungere
il 53% delle varie tipologie di lesioni. Seguono le fratture con
il 6% (che sono responsabili per gran parte delle gravità delle
prognosi) e le perdite anatomiche che rappresentano una percentuale
minima (0,5%) ma che per la gravità costituiscono un elemento
di forte preoccupazione.
La
forma di accadimento più frequente è stata nel 2001 "Colpito"
"Urtato da…" "Urto contro", "Si è colpito
con " e le "Cadute". Incidenza particolare hanno
avuto "Schiacciato da" " A contrasto “ " Travolto" "Afferrato da" per
la conseguenze che spesso hanno comportato.
Tra
gli agenti che hanno provocato gli infortuni, i materiali di qualunque
tipo (30%), l’ambiente di lavoro (25%) e i mezzi di sollevamento(14%)
sono stati le cause più rappresentate.
Analizzando
invece i settori economici
in cui il fenomeno infortunistico è più frequente, si notano come
i settore più rappresentati sono quelli della Pubblica amministrazione
e dei lavori metalmeccanici.
Sulla
scorta dei dati sulle frequenze relative pubblica da INAIL per
il triennio 1997-1999 si nota invece come il rischio di andare
incontro ad un infortunio sul lavoro sia
più marcato per i lavoratori delle costruzione, della metalmeccanica
e infine per i disdenti della Pubblica Amministrazione.
I
dati INAIL permettono anche utili paragoni dell’andamento nel
territorio livornese con quello della Regione Toscane e dell’intera
Italia.
Emerge
infatti che, come indice di frequenza relativa, la provincia di
Livorno è tra le più elevate della Regione che a sua volta è tra
le più elevate d’Italia.
Analizzando
poi la frequenza nel settore delle costruzioni, Livorno si situa
tra le più “virtuose” delle province toscane, ma sempre al di
sopra della media italiana.
Nel
settore infine della Pubblica Amministrazione, Livorno sperimenta
un rischio di infortunio tra i più elevati della Toscana e addirittura
quasi il doppio della media italiana.
Un
confronto nel settore Sanità, evidenzia invece un rischio di infortunio
ogni 1000 addetti sovrapponibile a quello della Toscana, leggermente
superiore a quello italiano.
FREQUENZA
RELATIVA DEGLI INFORTUNI OGNI 1000 LAVORATORI
DATI INAIL MEDIA DEGLI ANNI 1997-1999
TUTTI
I SETTORI LAVORATIVI
|
|
INABILITA’ TEMPORANEA
|
INABILITA’ PERMANENTE
|
MORTE
|
TOTALI
|
LIVORNO
|
51,15
|
2,56
|
0,07
|
53,72
|
TOSCANA
|
41,53
|
2,44
|
0,08
|
44,05
|
ITALIA
|
37,99
|
1,90
|
0.09
|
39,98
|
SETTORE
COSTRUZIONI
|
|
INABILITA’ TEMPORANEA
|
INABILITA’ PERMANENTE
|
MORTE
|
TOTALI
|
LIVORNO
|
65,64
|
4,44
|
0,13
|
70,21
|
TOSCANA
|
69,49
|
5,65
|
0,17
|
75,31
|
ITALIA
|
63,30
|
5,29
|
0,25
|
68,84
|
SETTORE
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA
|
|
INABILITA’ TEMPORANEA
|
INABILITA’ PERMANENTE
|
MORTE
|
TOTALI
|
LIVORNO
|
44,16
|
1,76
|
0
|
45,92
|
TOSCANA
|
31,25
|
1,44
|
0,03
|
32,71
|
ITALIA
|
24,17
|
1,11
|
0,02
|
25,30
|
SETTORE
SANITA’
|
|
INABILITA’ TEMPORANEA
|
INABILITA’ PERMANENTE
|
MORTE
|
TOTALI
|
LIVORNO
|
22,76
|
0,68
|
0,05
|
23,49
|
TOSCANA
|
22,04
|
0,94
|
0
|
22,99
|
ITALIA
|
18,18
|
0,66
|
0,02
|
18,86
|
L’andamento
invece degli infortuni con esito mortale è il seguente
ANNO |
1997 |
1998 |
1999 |
2000 |
2001 |
DATO
USL |
3
|
6 |
6 |
7 |
7 |
Negli
ultimi anni sono morti in media
6-7 lavoratori l’anno per gli esiti di incidenti sul lavoro
( con esclusione di quelli deceduti a seguito di incidenti stradali).
Il
dato mostra una tendenza alla stabilità negli ultimi quattro anni.
Alcune
osservazioni sugli ultimi infortuni sul lavoro apportano elementi
di riflessione in tela di prevenzione degli infortuni stessi.
Infatti
nel corso del 2001, dei sette infortuni mortali registrati, quattro
si sono verificati durante le operazioni di scarico o carico di
materiali; due in edilizia per caduta da tetti, uno all’interno
dell’Acciaieria.
Dei
sette deceduti, due erano lavoratori extracomunitari ( Albania
e Marocco).
L’andamento
degli infortuni sul lavoro è il risultato di numerosi fattori
che interagiscono nel loro determinarsi: dagli aspetti organizzativi
della Azienda, all’impegno sulla formazione per evitare comportamento
individuali scorretti, dal carico di lavoro complessivo della
Azienda, al ricorso ad appalti esterni per i lavori più impegnativi
e pericolosi, dalla condivisione dell’impegno per la sicurezza
all’ addestramento per i nuovi assunti. Vanno ricordati inoltre
la recente tipologia di contratti di lavoro atipici, il ricorso
alla mano d’opera extracomunitaria e i ritmi di produzione sempre
più elevati.
Un
insieme di condizioni deve far tenere pressante l’impegno dei
datori di lavoro, dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
e degli organi di vigilanza per assicurare migliori condizioni
di sicurezza nel lavoro.
Il
territorio livornese sotto questo profilo resta particolarmente
impegnativo e lo sforzo di Enti e Istituzioni deve continuare
per far crescere il “peso” della prevenzione nella realtà produttiva
provinciale.
Da
parte del Dipartimento della Prevenzione della Azienda USL le principali azioni messe in campo per continuare
e rinnovare l’impegno nel settore sono:
1)incrementare
la specializzazione degli operatori attraverso la costituzione
di due Unità Funzionali apposite ( PISLL ambito portuale a Livorno
e PISLL Grandi Aziende nella Val di Cornia).
2)maggiore
disponibilità verso i lavoratori che richiedono informazioni (apertura
di un telefono verde -800
271.171- , campagna promozionale della sensibilizzazione sulla
sicurezza)
3)Sviluppo
di ogni forma di coordinamento fra gli Enti incaricati della Vigilanza
(USL, Direzione generale del Lavoro, INPS, INAIL) per migliorare
la distribuzione delle informazioni utili, per razionalizzare
gli interventi di ciascun Ente, anche attraverso la costruzione
di un archivio unico dei “cantieri pubblici”
4)
Ulteriore sviluppo dei rapporti con la Provincia per la diffusione
della cultura per la sicurezza nella Scuola
5)
interventi anche per campagne nei settori a maggior rischio (edilizia,
agricoltura, porti, grandi aziende, appalti): una continua presenza
nel settore a rischio maggiore quale l’edilizia.
6)contatti
ancora più diretti con le nuove figure della prevenzione (in special
modo ii Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza)
7)
sviluppare interventi più tempestivi nei luoghi di lavoro ove
avvengono infortuni gravi o plurimi: nel 2001 sono state effettuate
216 inchieste per gli infortuni più gravi.
Danilo
Zuccherelli
Responsabile del Dipartimento della Prevenzione
Azienda USL 6 Livorno
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