2.
La nautica da diporto
2.1 I cantieri che producono
barche da diporto
2.2 L'export
2.3 La
produzione in Toscana ed a Livorno
2.4 Conclusioni
2.
La nautica da diporto
Le aziende del settore nautico in Italia
sono divise in 3 comparti: 1- diporto (cantieri), 2- accessori
e 3- motori.
In sottordine si potrebbe parlare anche di 4- turismo nautico
che è considerato un indotto specifico del settore il cui potenziale
occupazionale è altissimo.
I dipendenti per azienda produttrice
di unità da diporto sono in media 15 cioè sono al di sotto della
media europea ed USA di 16 persone. Solo l’8% delle imprese ha
più di 50 addetti.
Tuttavia esiste una polarizzazione
che vede nel 20% delle imprese una concentrazione, sul totale
dei tre comparti, di addetti (60%), di fatturato (79%) e di import-export
(88% di export e 38% di import).
Il 41% dei cantieri è al nord (114 in
Lombardia), il 31% al centro ed il 28% al sud e le isole. La
Toscana ha lo 11,1% delle aziende e il 6,3% del numero degli addetti
dei tre comparti.
La Toscana per numero di aziende
ed addetti dei tre comparti, è al terzo posto dopo Lombardia e
Liguria e prima di Emilia Romagna, Campania, Lazio e Piemonte.
Fonte Ucina 2002.
Il settore è in espansione per tutti
e tre i suoi comparti, nonostante la crisi. Come indica la tabella
il fatturato in particolare della produzione cantieristica (Unità
da diporto) dal 1998, cioè in quattro anni, è quasi arrivato al raddoppio.
Tab. n. 1 Fatturato
dei comparti nautici- milioni
di euro
|
1998 |
1999 |
2000 |
2001 |
Unità diporto
|
857 |
1.079 |
1.255 |
1.583 |
Accessori
|
579 |
646 |
744 |
834 |
Motori
TOTALE
|
177
1.613
|
173
1.889
|
207
2.206
|
248
2.665
|
Fonte: Ucina 2002
2.1
I Cantieri che producono barche da diporto.
I cantieri in Italia cioè il primo
comparto, che producono barche, unità da diporto, di vario tipo
sono oltre 510. Ogni cantiere è identificabile nei suoi prodotti
dal codice di tre lettere degli scafi fra i 2,5 ed i 24 metri
(direttiva 94/25/CE secondo lo standard internazionale ISO 10087).
Gli scafi oltre i 24 metri sono considerati navi, sono megayacht.
Oltre i 24 metri non si richiede codice.
L’Ucina afferma che nel 2001 la crescita
totale del settore costruzione di barche è stata, rispetto al
fatturato totale, del 20,6% con un peso preponderante dell’export
quasi raddoppiato in cinque anni, ed è aumentato del 20,6% nel
2000
I cantieri maggiori sono dieci e, secondo
l’Ucina, fatturano 350 miliardi di lire di cui il 95% per l’estero
(nel 2000). I maggiori cantieri producono gran parte dei megayacht
sopra i 24 metri. Tutte le aziende sono orientate all’esportazione
anche se sta crescendo il mercato interno (che in termini assoluti
è limitato). Nel 2000, la quota di export è costante rispetto
all’anno precedente pur essendo cresciuto il totale degli ordinativi
(+20,6% come fatturato). La Toscana ha il 10,1% delle imprese
che producono unità da diporto ed il 5,3% degli addetti. Il
mercato nazionale ha assorbito + 21,8% del fatturato delle unità
da diporto (valore in milioni di lire 331.000) ed ha cresciuto
gli acquisti all’estero del 18,9% (valore in milioni 281.045).
L’export cresce del 20,6% come fatturato (valore in milioni 1.241.000).
Il fatturato totale del mercato nazionale, l’import e l’export
cresce del 20,6%. Parallelamente, come già accennato, la produzione
nazionale cresce del 20,6% rispetto al 1999.
La maggiore produzione, 79,9 % del totale,
è quella delle unità a motore fuoribordo ed entrobordo
fuoribordo in maggioranza
in vetroresina.
Queste unità medio-grandi, cioè sotto
i 24 metri, sono il 74% della produzione nazionale, in cinque
anni hanno triplicato il fatturato ed in otto anni hanno quadruplicata
la produzione. E’ cresciuto il mercato interno rispetto al 1999
del 23,3%. Da otto anni le esportazioni crescono e dal 1993 al
2000 sono cresciute del 430%. In assoluto il settore è cresciuto
del 21,2%. Nel 2000 rispetto al 1999 comunque, le quote di vendite
interne, export, import, sono un poco diminuite per l’export a
causa dello slowdown mondiale, ma compensate dalla crescita interna.
Tab.n.2 Confronto n’99-’00
sulla composizione del fatturato delle unità entrobordo ed entro
fuoribordo
|
Fatturato interno
|
Export
|
Import
|
Anno 1999
|
+10%
|
+75%
|
+15%
|
Anno 2000
|
+11%
|
+74%
|
+15%
|
Fonte: Ucina 2001
Poi c’è la crescita delle unità a motore
fuori bordo 8,2% del totale cui seguono le produzioni
di unità a vela e le unità pneumatiche (gommoni). Nel 2000 le unità fuoribordo
crescono del 22%, e nel 1999 erano cresciute del 30%. Rispetto
al 1996 nel 2000 il mercato nazionale è cresciuto di 3,1 volte.
Le quote relative vedono una diminuzione dell’export compensato
dal mercato interno agevolato dalle leggi recenti.
Tab.n. 3 Confronto ’99-’00
unità a motore fuori bordo.
|
Fatturato interno
|
Export
|
Import
|
Anno 1999
|
+47%
|
+38
|
+15%
|
Anno 2000
|
+51%
|
+33%
|
+16%
|
Fonte: Ucina 2001
Indichiamo ora i principali materiali
da costruzione usati per le barche da diporto. Essi possono essere
fonte di particolari rischi chimici.
Tab. n. 4 Suddivisione
% delle unità immatricolate nel 2000 per tipo di materiale da
costruzione.
Materiali usati |
Percentuali |
Vetroresina, compresi
i compositi |
88,9 |
Legno |
5,6 |
Tessuto gommato |
1,5 |
Acciaio |
1,3 |
Lega leggera |
0,6 |
Altro |
2,1 |
Fonte: Ucina 2001
2.2
L'export
Trattiamo infine le esportazioni.
Le nostre esportazioni sono rivolte verso:
Francia 19,7% , USA 19,35% (con una crescita del 17,73% rispetto
al ‘99 ) ed Inghilterra 17,9%–dati 2000. I nostri maggiori acquirenti
sono nella UE nel suo complesso. Un altro 15% delle esportazioni
avviene verso paesi come Isole Vergini, Cayman, Lussemburgo e
Gibilterra etc. dove si possono ottenere notevoli vantaggi fiscali.
Le maggiori importazioni arrivano da:Usa e UK, poi Germania, Cayman,
Lussemburgo etc.
Nonostante il forte export, l’industria
della nautica mantiene un forte radicamento in Italia, e manifesta
modesti fenomeni di delocalizzazione.
Fino dal 1998 l’Italia deteneva la leadership
della fascia fino ai 33 metri (100 piedi), con un picco per gli
yacht da circa 25 metri cioè circa 80 piedi, ma le cose stanno
cambiando molto rapidamente per la crescita della domanda di yacht
più grandi che è legata allo sviluppo mondiale del fenomeno della
charterizzazione che favorisce gli ordini di grandi barche
da affittare.
I megayacht italiani godono di grande fama nel
mondo.
Questo è dovuto al ‘marchio’ che di fatto
si è costituito in favore soprattutto delle barche di lusso italiane
oltre i 24 metri e che vede il nome di Viareggio come uno dei
principali riferimenti.
Per i megayacht a vela ed a motore c’è
una crescita continua, in particolare la fascia dei megayacht
a motore nella fascia da 80 a 89
piedi. Nel 2001 cresce anche la fascia da 150 piedi con
65 ordini rispetto ai 40 del 2000. Per i megayacht a vela nel
2000 gli ordini si concentrano nella fascia da 100 a 119 metri.
Con 17 unità. Le fasce da 120 a 149 e quelle da 80 ad 89 piedi
vedono 16 ordini ciascuna.
L’Italia è al primo posto mondiale nella
produzione di megayacht davanti ad USA, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda e Germania.
Come abbiamo detto all’inizio anche per
gli altri due comparti del settore, gli accessori e la produzione
di motori sono in crescita anche se i motori prodotti all’estero
sono molto più richiesti di quelli italiani. Ma dei due settori
è importante particolarmente quello degli accessori prodotti in
Italia che qualificano la barca, il suo confort e le sue prestazioni.
2.3.
La produzione in Toscana ed a Livorno
Secondo il censimento sulla Nautica da
diporto curato dalla Regione toscana, Unione delle Camere di Commercio
della Toscana e Assonautiche toscane, le aziende del settore cioè
di tutti e tre i comparti sono cresciute dal 1997 al luglio 2000
del 10% passando da 893 a 987 unità.
Tab. n.5 Localizzazione
delle aziende, %
Lucca (Versilia) |
41,4% (+2,6%
rispetto al 1997) |
Livorno |
21,4% |
Grosseto (Argentario) |
21,1% |
Pisa |
5,9% |
Firenze |
4,0% |
Arezzo |
0,6% |
Prato |
0.3% |
N.B. nelle imprese della
provincia di Livorno è compreso il cantiere Fratelli Orlando che
ha anche produzione di nautica da diporto, ma nella provincia
di Lucca non sono
compresi i cantieri Sec (ne’ Cantieri Apuania in quella di Massa)
perché produttori di sole navi commerciali e non da diporto.
Fonte: AAVV, 2000, Nautica
da diporto toscana, Regione Toscana, Unione delle Camere di
Commercio della Toscana, Assonautiche toscane, s.l..
Il settore in Toscana è caratterizzato
da piccole-medie unità locali pur avendo la capacità di collocarsi
in una fascia all’avanguardia anche come tecnologia. I cantieri
Esaom di Portoferraio producono, invece, grandi barche, hanno
la certificazione ISO 9002 e si propongono come cantiere per il
refitting di grandi barche da diporto e servizi di assistenza.
Importanti, nel livornese, sono anche le tradizionali produzioni
di ‘Calafuria’ e di ‘Gabbianelle’.
Le barche aumentano le dimensioni
ed accentuano sempre di più il loro lusso, mentre la domanda,
favorita dalla recente legge sul leasing, tocca un sempre più
vasto numero di utenti. La Toscana, e in particolare Viareggio,
si presenta come
uno dei poli più importanti per la produzione soprattutto di yacht
e megayacht in acciaio e vetroresina.
Ricordiamo che una non trascurabile fonte
di guadagno per i cantieri è anche l’attività di riparazione
e rifacimento sulle grandi barche prodotte. Questa attività è
molto presente nei circa 25 cantieri livornesi e provincia.
2.4.Conclusioni
La nautica da diporto è in espansione,
l’Italia è il secondo produttore mondiale ed il primo esportatore
soprattutto di megayacht.
Le imprese livornesi sono di piccole
dimensioni come la media italiana. Le imprese di Livorno e provincia
che producono e riparano unità da diporto sono 25 con circa 150
addetti. Solo alcune, le maggiori, si dedicano alla sola produzione
di natanti, generalmente sono centri di produzione e riparazione
o sola riparazione.
Date le nuove possibilità offerte dalla
legge per l’acquisto in leasing si ampliano le possibilità per
il mercato interno e quindi anche quello delle imprese della provincia
di Livorno che ha vecchie caratteristiche di professionalità.
|