LE NUOVE TECNOLOGIE A TUTELA
DELLA VITA E DELL'OCCUPAZIONE

Progetto approvato
con D.D.R.T. 7772/2000
all'interno del
POR R.T. Ob.3 FSE




 

INDICE CANTIERISTICA

2. ANALISI DEI RISCHIi
    2.1      Impostazioni dell'analisi di rischio
    
2.1.1.  Definizione di rischio
   2.1.2.  Tipi di rischio
   2.1.3.  Individuazione e valutazione dei rischi
   2.1.3.1 Individuazione e valutazione dei rischi
   2.1.3.2 Stima delle frequenze
   2.1.3.3 Stima del danno
   2.1.3.4 Stima del rischio
   2.1.4.  L'analisi del rischio nel presente lavoro
   

2        ANALISI DEI RISCHI 

Due cause concomitanti hanno dato inizio alla nascita di nuovi studi inerenti all’analisi dei rischi nelle attività industriali: da una parte lo sviluppo industriale orientato verso l’aumento della produzione con l’ausilio di nuovi macchinari e processi sempre più innovativi e dall’altro l’aumento della sensibilità del pubblico verso la salvaguardia della salute.

In particolare nel settore navale alcuni incidenti rilevanti avvenuti negli ultimi venti anni hanno portato all’attenzione del paese non solo il fenomeno degli infortuni sul lavoro, ma anche tutti gli aspetti riguardanti i rischi connessi con il lavoro nella caratteristica navale.

In questo ambito si inserisce il presente lavoro, che riporta di seguito i diversi aspetti di rischio nella navalmeccanica, nella produzione delle imbarcazioni in vetroresina e in materiali compositi in generale. 

   2.1          Impostazioni dell'analisi di rischio

   2.1.1    Definizione di rischio

Prima di iniziare a parlare della individuazione e valutazione dei rischi è necessario dare alcune definizioni di base.

Si definisce “rischio” (R) il prodotto tra la frequenza attesa (F) di presentazione di un evento indesiderato e la grandezza del danno (D) che può causare:

  R = F x D 

Tale definizione introdotta nell’analisi di affidabilità e di sicurezza alla fine degli anni ’70 pur non essendo universalmente accettata, è certamente quella che esprime meglio in termini analitici il concetto di “rischio”.

   2.1.2        Tipi di rischio

I rischi connessi con qualsiasi tipologia di lavoro possono essere classificati nel modo seguente:

    ·          Rischi convenzionali, collegati all’attività di lavoro e alle apparecchiature o impianti presenti in tutti i settori industriali (cadute da ponti o scale, schiacciamento per caduta di gravi, scariche elettriche, organi di macchine in movimento). Essi hanno frequenza elevata ed interessano mediamente una o due persone (Figura 4 ). 

·          Rischi specifici, relativi all’uso di sostanze e prodotti chimici o all’esposizione ad agenti fisici (rumore, temperatura) che per loro natura possono danneggiare in tempi brevi o lunghi persone, cose o l’ambiente. Sono eventi continui o molto frequenti con danni modesti in tempi brevi, ma rilevabili nel peggioramento dello stato di salute di soggetti esposti a lungo.

     ·          Grandi rischi potenziali, derivati da eventi anomali, con conseguente esplosione o fuoriuscita in tempi brevi di nubi di prodotti tossici o infiammabili in quantità così grande da interessare vaste aree all’interno ed all’esterno dello stabilimento. Sono eventi molto rari con danni gravissimi.

 

Figura 4 – Tipo di rischio e loro frequenza

  2.1.3        Individuazione e valutazione dei rischi

L’analisi del rischio passa attraverso diverse attività, collegate tra loro come schematizzato Figura 5.

·          Individuazione degli eventi ovvero dei possibili incidenti e delle esposizioni a sostanze nocive;

·          Stima delle frequenze di accadimento degli eventi;

·          Stima dei danni provocati dagli eventi;

·          Valutazione del rischio sulla base delle frequenze e dei danni stimati;

·          Valutazione dell’accettabilità del rischio sulla base di criteri tecnici, sanitari, ambientali, economici e sociali.

 

Figura 5 – L’insieme di attività che costituiscono l’analisi del rischio.

  2.1.3.1     Individuazione e valutazione dei rischi

L’individuazione dei possibili incidenti e delle condizioni di lavoro che possono dar luogo ad esposizioni pericolose è compiuto attraverso un’analisi delle attività indicate nelle Figure 1, 2 e 3 per le diverse tipologie di lavorazione, con il fine di riconoscere il tipo di rischio presente in ogni singola attività. Può così essere costruita una matrice attività/tipo di rischio, di cui si porta un esempio in Tabella 1.

Tipo di rischio
Attività
Rischi convenzionali Rischi specifici
Cadute Schiacciamento Scarichi Rumori Fumi di saldature Amianto
Officina
navale
Taglio meccanico                
Pulitura scorie                
Sagomatura lamiere                
Taglio ossiacetilenico                
Sagomatura profili                
               
               
               
               

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 1 – Matrice attività/tipo di rischio

Un lavoro del tipo sopra delineato è già stato compiuto, pur senza l’uso della matrice attività/ rischio, dalla Regione Toscana e presentato al Convegno Nazionale di Viareggio il 30/31 ottobre 1989. Successivamente quei risultati sono stati fatti propri da ISPESL che li ha pubblicati nei “Fogli d’informazione ISPESL. Cantieri navali” Anno IV 2° supplemento al 1° numero 1993.

  2.1.3.2     Stima delle frequenze

Le frequenze sono stimate in prima approssimazione con una scala qualitativa, che può essere tradotta arbitrariamente in una sequenza numerica.

Scala proposta:   

·          Evento improbabile            1 
·          Evento poco probabile        2
·          Evento probabile             3
·          Evento altamente probabile  4

   

Per alcuni tipi di evento possono essere eseguite stime più analitiche rispetto ad altri tipi. Si propone di riportare tutti risultati ottenuti con diversi metodi di stima delle frequenze ad una scala fittizia unica, quale quella indicata sopra.

   2.1.3.3     Stima del danno

Il danno è stimato in prima approssimazione con una scala qualitativa, che può essere tradotta arbitrariamente in una sequenza numerica.

Scala proposta:         

·          Lieve    1
·          Medio  2
·          Grave 3
·          Gravissimo 4

                

Per alcuni tipi di danno possono essere eseguite stime più analitiche. Si propone, anche in questo caso, di riportare tutti i risultati ottenuti con i diversi metodi di stima  dei danni ad una scala fittizia unica, quale quella riportata sopra.

   2.1.3.4     Stima del rischio

Le due scale proposte per la valutazione numerica della frequenza F e del danno D, pur essendo arbitrarie consentono di stime di frequenze derivate da esperienza, calcolo, banche dati, così come stime di danni di natura diversa, riportando la valutazione del rischio ad un valore numerico omogeneo su scala arbitraria per tutte le attività (o eventi).

Si può così costruire una matrice di valutazione(Tabella 2).

Attività

Tipo di rischio

Frequenza F

Danno D

Rischio FxD

saldatura

fumi

Probabile 3

Lieve 1

4

...

Tabella 2 – Matrice di valutazione del rischio

  2.1.4        L’analisi del rischio nel presente lavoro

Nel presente lavoro sarà indicato un metodo generale per la valutazione del rischio in termini semiquantitativi, ma l’attenzione sarà posta soprattutto nell’individuazione dei rischi specifici, essendo lo studio rivolto alla tutela della salute dei lavoratori nella cantieristica navale.