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ANALISI DEI
RISCHI
Due
cause concomitanti hanno dato inizio alla nascita di nuovi studi
inerenti all’analisi dei rischi nelle attività industriali:
da una parte lo sviluppo industriale orientato verso l’aumento
della produzione con l’ausilio di nuovi macchinari e processi
sempre più innovativi e dall’altro l’aumento della sensibilità
del pubblico verso la salvaguardia della salute.
In
particolare nel settore navale alcuni incidenti rilevanti avvenuti
negli ultimi venti anni hanno portato all’attenzione del paese
non solo il fenomeno degli infortuni sul lavoro, ma anche tutti
gli aspetti riguardanti i rischi connessi con il lavoro nella
caratteristica navale.
In
questo ambito si inserisce il presente lavoro, che riporta di
seguito i diversi aspetti di rischio nella navalmeccanica, nella
produzione delle imbarcazioni in vetroresina e in materiali
compositi in generale.
2.1
Impostazioni
dell'analisi di rischio
2.1.1
Definizione
di rischio
Prima
di iniziare a parlare della individuazione e valutazione dei
rischi è necessario dare alcune definizioni di base.
Si
definisce “rischio” (R) il prodotto tra la frequenza attesa
(F) di presentazione di un evento indesiderato e la grandezza
del danno (D) che può causare:
R = F x D
Tale
definizione introdotta nell’analisi di affidabilità e di sicurezza
alla fine degli anni ’70 pur non essendo universalmente accettata,
è certamente quella che esprime meglio in termini analitici
il concetto di “rischio”.
2.1.2
Tipi
di rischio
I
rischi connessi con qualsiasi tipologia di lavoro possono essere
classificati nel modo seguente:
·
Rischi convenzionali,
collegati all’attività di lavoro e alle apparecchiature o impianti
presenti in tutti i settori industriali (cadute da ponti o scale,
schiacciamento per caduta di gravi, scariche elettriche, organi
di macchine in movimento). Essi hanno frequenza elevata ed interessano
mediamente una o due persone (Figura 4 ).
·
Rischi specifici, relativi all’uso di sostanze e prodotti chimici
o all’esposizione ad agenti fisici (rumore, temperatura) che
per loro natura possono danneggiare in tempi brevi o lunghi
persone, cose o l’ambiente. Sono eventi continui o molto frequenti
con danni modesti in tempi brevi, ma rilevabili nel peggioramento
dello stato di salute di soggetti esposti a lungo.
·
Grandi rischi
potenziali, derivati
da eventi anomali, con conseguente esplosione o fuoriuscita
in tempi brevi di nubi di prodotti tossici o infiammabili in
quantità così grande da interessare vaste aree all’interno ed
all’esterno dello stabilimento. Sono eventi molto rari con danni
gravissimi.
Figura
4
– Tipo di rischio e loro
frequenza
2.1.3
Individuazione
e valutazione dei rischi
L’analisi
del rischio passa attraverso diverse attività, collegate tra
loro come schematizzato Figura 5.
·
Individuazione
degli eventi ovvero dei possibili incidenti e delle esposizioni
a sostanze nocive;
·
Stima delle
frequenze di accadimento degli eventi;
·
Stima dei danni
provocati dagli eventi;
·
Valutazione
del rischio sulla base delle frequenze e dei danni stimati;
·
Valutazione
dell’accettabilità del rischio sulla base di criteri tecnici,
sanitari, ambientali, economici e sociali.
Figura
5
– L’insieme di attività che
costituiscono l’analisi del rischio.
2.1.3.1
Individuazione e valutazione dei rischi
L’individuazione
dei possibili incidenti e delle condizioni di lavoro che possono
dar luogo ad esposizioni pericolose è compiuto attraverso un’analisi
delle attività indicate nelle Figure 1, 2 e 3 per le diverse
tipologie di lavorazione, con il fine di riconoscere il tipo
di rischio presente in ogni singola attività. Può così essere
costruita una matrice attività/tipo di rischio, di cui si porta
un esempio in Tabella
1.
Tipo
di rischio
Attività |
Rischi convenzionali |
Rischi specifici |
Cadute |
Schiacciamento |
Scarichi |
… |
Rumori |
Fumi di saldature |
Amianto |
… |
Officina
navale |
Taglio
meccanico |
|
|
|
|
|
|
|
|
Pulitura
scorie |
|
|
|
|
|
|
|
|
Sagomatura
lamiere |
|
|
|
|
|
|
|
|
Taglio
ossiacetilenico |
|
|
|
|
|
|
|
|
Sagomatura
profili |
|
|
|
|
|
|
|
|
… |
… |
|
|
|
|
|
|
|
|
… |
|
|
|
|
|
|
|
|
… |
|
|
|
|
|
|
|
|
… |
|
|
|
|
|
|
|
|
Tabella
1 – Matrice attività/tipo di rischio
Un
lavoro del tipo sopra delineato è già stato compiuto, pur senza
l’uso della matrice attività/ rischio, dalla Regione Toscana
e presentato al Convegno Nazionale di Viareggio il 30/31 ottobre
1989. Successivamente quei risultati sono stati fatti propri
da ISPESL che li ha pubblicati nei “Fogli d’informazione ISPESL.
Cantieri navali” Anno IV 2° supplemento al 1° numero 1993.
2.1.3.2
Stima delle frequenze
Le
frequenze sono stimate in prima approssimazione con una scala
qualitativa, che può essere tradotta arbitrariamente in una
sequenza numerica.
Scala
proposta:
·
Evento
improbabile |
1 |
·
Evento
poco probabile |
2 |
·
Evento
probabile |
3 |
·
Evento
altamente probabile |
4 |
Per
alcuni tipi di evento possono essere eseguite stime più analitiche
rispetto ad altri tipi. Si propone di riportare tutti risultati
ottenuti con diversi metodi di stima delle frequenze ad una
scala fittizia unica, quale quella indicata sopra.
2.1.3.3
Stima del danno
Il
danno è stimato in prima approssimazione con una scala qualitativa,
che può essere tradotta arbitrariamente in una sequenza numerica.
Scala
proposta:
·
Lieve |
1 |
·
Medio |
2 |
·
Grave |
3 |
·
Gravissimo |
4 |
Per
alcuni tipi di danno possono essere eseguite stime più analitiche.
Si propone, anche in questo caso, di riportare tutti i risultati
ottenuti con i diversi metodi di stima
dei danni ad una scala fittizia unica, quale quella riportata
sopra.
2.1.3.4 Stima del rischio
Le
due scale proposte per la valutazione numerica della frequenza
F e del danno D, pur essendo arbitrarie consentono di stime
di frequenze derivate da esperienza, calcolo, banche dati, così
come stime di danni di natura diversa, riportando la valutazione
del rischio ad un valore numerico omogeneo su scala arbitraria
per tutte le attività (o eventi).
Si
può così costruire una matrice di valutazione(Tabella
2).
Attività
|
Tipo di rischio
|
Frequenza F
|
Danno D
|
|
saldatura
|
fumi
|
Probabile 3
|
Lieve 1
|
4
|
…
|
…
|
…
|
...
|
…
|
…
|
…
|
…
|
…
|
…
|
Tabella
2
– Matrice di valutazione
del rischio
2.1.4
L’analisi
del rischio nel presente lavoro
Nel
presente lavoro sarà indicato un metodo generale per la valutazione
del rischio in termini semiquantitativi, ma l’attenzione sarà
posta soprattutto nell’individuazione dei rischi specifici,
essendo lo studio rivolto alla tutela della salute dei lavoratori
nella cantieristica navale.