2.
Analisi dei rischi
2.3 Le
imbarcazioni in vetroresina
2.3.1. I
rischi convenzionali nella costruzione di imbarcazioni in vetroresina
2.3.2. I rischi
specifici nelle costruzioni in vetroresina
2.3.3. I rischi
di incidente rilevante nella costruzione in vetroresina
2.3.4. Rischi
per la salute dei lavoratori nella costruzione di imbarcazioni
in vetroresina
2.3.4.2Misure di protezione
della salute
2. ANALISI DEI RISCHI
2.3
Le imbarcazioni
in vetroresina
La
costruzione di imbarcazioni in vetroresina deriva il suo nome
dai materiali più frequentemente utilizzati per la costruzione:
fibra di vetro, e resina poliestere. Tali materiali che si sono
affermati per le loro prestazioni di resistenza e lavorabilità
nonché per l’economicità, possono essere sostituiti da altri più
costosi capaci di fornire manufatti di caratteristiche diverse
(fibre di carbonio, resine fenoliche e altro) L’analisi dei rischi
che sarà fatta nei prossimi paragrafi può essere estesa anche
a fibre e resine di natura diversa dalle fibre di vetro e dalle
resine poliestere.
2.3.1
I
rischi convenzionali nella costruzione di imbarcazioni in vetroresina
La
dimensione generalmente limitata delle imbarcazioni in vetroresina
rende poco importanti i “rischi convenzionali”. Gli elementi più
pesanti che si devono movimentare sono gli stampi, i motori e
gli impianti di bordo; gli elementi che devono essere movimentati
per essere manovrati sono quasi tutti leggeri.
Le
altezze degli scali sono contenute, perciò, pur esistendo il rischio
di cadute da scale e ponteggi l’altezza di caduta raramente supera
i tre metri.
L’impiego
di macchine per piegare, per tagliare, per saldare e di altre
macchine utensili è limitato.
Il
rischio di caduta di gravi durante la costruzione è presente quando
si muovono gli stampi, quando si pone la tuga sullo scafo per
incollaggio ed in fase di allestimento per l’imbarco, dei propulsori,
degli impianti e delle
attrezzature di bordo.
2.3.2
I
rischi specifici nelle costruzioni in vetroresina
L’esposizione
a vapori organici durante la formatura dello scafo e della tuga
(stesura teli-resina) è il rischio prevalente. Nel caso frequentissimo
di resine poliestere i vapori organici sono costituiti da stirene;
se si usa un altro tipo di resina è presente un diverso solvente,
per il quale deve essere consultata la scheda di sicurezza.
L’esposizione
a vapori organici è presente anche in fase di preparazione degli
stampi, che richiedono l’impiego di cere e di polivinil alcool.
Il
gel-coat che si stende sullo stampo prima di iniziare la messa
in opera dei teli e della resina, avendo una composizione analoga
a quest’ultima, non introduce nuovi rischi specifici.
Nell’operazione
di incollaggio si usano colle di diverso tipo che emettono piccole
quantità di solvente con rischio di esposizione dei lavoratori.
E’
ancora presente, come nella navalmeccanica se pur in misura minore,
il rischio di esposizioni:
·
a solventi nell’operazione
di verniciatura
·
a fumi di saldatura
nell’unione di tubi e altre parti metalliche
·
a vapori di olio
nell’operazione di collaudo dei motori
Il
rischio di esposizione a rumore è presente, ma in misura molto
minore rispetto alla navalmeccanica.
2.3.3
I rischi di incidente
rilevante nella costruzione in vetroresina
L’impiego
di grandi quantità di resina e di saldature rendono il rischio
di incendio e di esplosione grave.
Si
esclude nelle lavorazioni sugli stampi l’impiego di qualsiasi
fiamma libera.
Se
l’incendio o l’esplosione avviene
in ambiente chiuso o addirittura angusto, come nell’allestimento,
può generare danni gravi.
2.3.4
Rischi
per la salute dei lavoratori nella costruzione di imbarcazioni
in vetroresina
2.3.4.1 I rischi
Nei
cantieri per la costruzione di imbarcazioni in vetroresina il
rischio per la salute dei lavoratori deriva dalla esposizione
a sostanze nocive come stirene, alcool di diverso tipo, polifenoli
e altro.
Costruendo
la matrice attività/rischi, limitatamente alle attività che danno
luogo a rischi specifici si ottiene la Tabella
5.
Tipo di rischio
Attività
|
Rischi
di inalazione |
Rumore |
Polveri
organiche |
Fibre |
Fumi
di saldature |
Solventi
resina |
Vapori
cere |
Vapori
colle |
Solventi
vernici |
Oli
saponi |
Preparazione scafo |
|
|
|
x |
x |
|
|
|
|
Preparazione tuga |
|
|
|
x |
x |
|
|
|
|
Stesura teli-resina |
|
|
|
x |
|
|
|
|
x |
Rifilatura |
x |
x |
|
|
|
|
|
|
x |
Incollaggio |
|
|
|
|
|
x |
|
|
|
Pulitura |
|
|
|
|
|
|
|
x |
|
Verniciatura |
|
|
|
|
|
|
x |
|
|
Collaudo motori |
|
|
|
|
|
|
|
x |
x |
Saldatura |
|
|
x |
|
|
|
|
|
x |
Tabella
5
– Matrice attività/rischi per
le attività che generano rischi specifici nella costruzione di
imbarcazioni in vetroresina
Le
indicazioni riportate in tabella non sono sufficienti per valutare
il rischio per la saldatura, occorre infatti, individuare l’agente
nocivo e la sua azione sull’apparato respiratorio o su altri organi
bersaglio.
Nel
caso di impiego di resine poliestere, che sono le più usate nella
costruzione di imbarcazioni, il composto presente nell’aria inalata
dai lavoratori è stirolo, la cui nocività è descritta nella sua
scheda di sicurezza. Se è usata invece una resina fenolica costituita
da un poliolo aromatico e da un alcol alifatico, i composti presenti
nell’aria sono l’alcol ed in misura molto minore il poliolo, le
cui nocività possono essere conosciute consultando la scheda di
sicurezza.
Il
rischio di inalazione di sostanze organiche nocive è presente
anche in fase di preparazione degli stampi quando si bagna lo
stampo di con alcool polivinilico o sostanze equivalenti e si
spalma di cera in modo da facilitare il distacco dello stampo
a formatura avvenuta.
Il
gel-coat che viene disteso sulla superficie preparata, avendo
la stessa composizione della resina non introduce altre tipologie
di rischio.
Per
le attività di verniciatura e pulitura sono valide le stesse considerazioni
gia fatte al paragrafo 2.2.4.1,
riferite alla navalmeccanica pur essendo meno importanti nella
costruzione di imbarcazioni in vetroresina.
E’
necessario conoscere i solventi che sono nella vernice ed i saponi
che costituiscono i detergenti, nonché le relative schede di sicurezza,
organizzati come indicate nel paragrafo precedente gia citato
sopra.
Nelle
operazioni di rifilatura dei manufatti o di taglio dei teli si
formano polveri derivanti dalla resina e fibre di vetro (o di
carbonio), che fino ad oggi sono considerate inerti.
E’
importante notare che la costruzione di imbarcazioni in vetroresina
si è affermata quando la pericolosità dell’uso dell’amianto era
nota; non si ritiene pertanto probabile l’attività di rimozione
di coibentazioni in amianto durante le operazioni di riparazione
o di trasformazione.
La
saldatura è presente soprattutto in fase di allestimento per la
giunzione di tubazioni e l’assemblaggio di impianti.
2.3.4.2
Misure di protezione della salute
Il
rischio di inalazione di sostanze nocive è stato affrontato soprattutto
nella fase di formatura dello scafo e della tuga, perché in quelle
attività è impiegata la maggior quantità di materiale per il tempo
più lungo.
Per
piccole imbarcazioni la resina con la fibra di vetro (lunga qualche
centimetro) in sospensione era in passato proiettata contro lo
stampo impiegando attrezzature manuali sostenute da un operatore,
il cui apparato respiratorio era protetto dal sistema locale di
aspirazione e da una maschera.
Nei
cantieri più attrezzati sono impiegate macchine impregnatrici,
che ricoprono di resina i teli di vetroresina stesi a mano. Le
macchine sono dotate di cappe aspiranti collocate vicino all’erogatore
della resina in modo da limitare la diffusione dello stirene (o
di altro composto) che la soluzione di resina rilascia.
Tale
sistema di prevenzione, basata sull’aspirazione localizzata vicino
ai punti di emissione, richiede la realizzazione di cappe di dimensioni
e geometria adeguate alle operazioni che devono essere compiute;
nel caso delle macchine impregnatrici è stata fissata una modalità
di erogazione della resina e, abbinata a questa, è stato costruito
un efficace sistema di aspirazione.
Negli
ambienti chiusi, compresi i capannoni dove avviene la formatura
degli scafi e delle tughe sono installati impianti di ventilazione
che garantiscono i ricambi di aria necessaria, limitando comunque
l’accumulo di sostanze nocive nell’ambiente.
Un
modo per rimuovere il rischio di nocività non accettabile, per
esempio il rischio di cancerogenesi, è la sostituzione del composto
usato con altri che svolgono la stessa funzione.
E’
stata citata la possibilità di sostituzione delle resine poliestere
contenenti stirolo, con resine fenoliche.
La
scelta della resina fenolica non è indifferente per i rischi per
la salute dei lavoratori, perché alcune contengono formaldeide,
che nel caso si impiegassero tali resine, si troverebbe certamente
nei vapori emessi, con compromissione dell’apparato respiratorio
dei lavoratori.
Le
resine fenoliche tuttavia sono molto numerose; è perciò facile
scegliere quelle che non presentano rischi inaccettabili per la
salute.
Da
molti anni sono in corso gli studi per verificare l’assenza di
azione cancerogena da parte dello stirolo, se tale assenza non
fosse confermata, si assisterebbe ad un rapido cambio del tipo
di resina impiegata.
La
rifilatura ed il taglio possono essere condotte sotto aspirazione
localizzata per limitare l’emanazione di polveri e fibre.
In
aggiunta agli impianti di protezione, sono utilizzati i dispositivi
individuali di protezione (DPI): abiti e scarpe adatti, guanti,
occhiali, maschere,tappi, cuffie.
La
necessità o meno dell’impiego di DPI particolari come maschere
per polveri o per vapori, tappi e cuffie per la protezione di
timpani è valutata mediante misure di controllo effettuate nell’ambiente
di lavoro.
L’impiego
di “radielli” che sono adsorbenti statici per sostanze organiche
volatili, è particolarmente utile per controllare la qualità dell’aria
nell’ambiente di lavoro di un cantiere per la costruzione di imbarcazioni
in vetroresina.
La
protezione contro gli infortuni e gli incendi segue le previste
norme di legge e non è oggetto del presente studio.
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